Art. 13: PRINCIPIO DEL PUBBLICO DOMINIO

Art. 13: PRINCIPIO DEL PUBBLICO DOMINIO

1. Per promuovere un libero scambio di opinioni e completa chiarezza ogni cittadino italiano ha il diritto ad accedere agli atti pubblici. Per pubblico si intende ogni documento che venga depositato, notificato o prodotto all’interno dell’amministrazione pubblica. Questo diritto può subire limitazioni per la pubblica sicurezza.

Motivazione: La prima frase deriva dalla costituzione svedese del 1949. Significa che i documenti ufficiali, ma anche le registrazioni, mail o sms sono a disposizione del pubblico e dei media. I cittadini in Svezia possono dunque prendere liberamente visione delle attività del governo, del sindaco, delle autorità. L’idea è che la democrazia si realizza quando c’è controllo su chi esercita il potere.

Dobbiamo confrontarci con il principio di trasparenza svedese. Introdurlo in Italia darebbe un grosso contributo alla lotta contro la corruzione e a mettere in luce cattiva gestione e trascuratezza.

In Svezia anche le cartelle delle imposte fanno parte dei documenti pubblici. Così gli svedesi possono sapere, se vogliono, quanto guadagnano i loro vicini e amici. In Svezia è anche assolutamente normale domandarlo. Chi guadagna molto paga anche tasse molto alte.

Per noi italiani, forse, è orribile il pensiero che il nostro reddito sia di pubblico dominio. Sicuramente se abbiamo un lavoro autonomo e incassiamo volentieri in nero. Ma siamo sinceri fra di noi, ogni anno abbiamo un’evasione fiscale per 120 miliardi di euro e a Cortina d’Ampezzo scorrazzano in Ferrari nostri connazionali che dicono di non avere nessun reddito.

L’introduzione del principio di trasparenza secondo il modello svedese procurerebbe di sicuro una certa agitazione in alcuni, ma dopo 3 o 4 anni ci abitueremmo.

Milioni di persone in tutto il mondo sognano di visitare una volta la nostra capitale, di vedere il papa, il Vaticano, piazza di Spagna o il foro romano. La nostra bella Roma va in rovina, si riempie di spazzatura, va a pezzi. E sulle poltrone della politica e dell’amministrazione siedono burocrati e politici che passano sottobanco alla mafia romana incarichi e molto denaro;  il denaro sparisce e i problemi non vengono risolti. Siamo a conoscenza di attività mafiose in quasi un centinaio di comuni italiani – da sud a nord. Con un diritto alla trasparenza secondo l’esempio svedese tutto questo non sarebbe proprio possibile.

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