Art. 20: DOVERI DEGLI ITALIANI E DI COLORO CHE VIVONO IN ITALIA

Art. 20: DOVERI DEGLI ITALIANI E DI COLORO CHE VIVONO IN ITALIA

1. Tutti gli italiani, tutti i partiti politici, tutti gli stranieri che vivono in Italia, tutte le comunità religiose e tutti coloro che partecipano ad attività economiche sono obbligati a rispettare e difendere la Costituzione.

2. Tutti gli italiani, tutti i partiti politici, tutti gli stranieri che vivono in Italia, tutte le comunità religiose e tutti coloro che partecipano ad attività economiche sono obbligati ad attenersi alle leggi.

3. Tutti gli italiani, tutti i partiti politici, tutti gli stranieri che vivono in Italia, tutte le comunità religiose e tutti coloro che partecipano ad attività economiche sono obbligati a pagare “i contributi a favore della cassa comune”.

Motivazione: Se le decisioni della Corte Costituzionale vengono disattese dalla politica, se il paese deve essere diviso, se la democrazia è in pericolo, è diritto e dovere dei cittadini difendere l’ordine sancito dalla Costituzione.

Con l’entrata in vigore di questa Costituzione viene cancellata dall’uso comune la parola “tasse”. Nessuno dovrà più pagare le tasse – vedi l’Art.15. Nel futuro, infatti, parleremo di ciò che le tasse sono in effetti, ovvero di “contributi a favore della cassa comune” definendone così la loro funzione reale. I “contributi a favore della cassa comune” servono a realizzare impegni utili alla collettività e che da essa devono essere pagati. Tu sei parte di questa comunità, allo stesso modo in cui sei parte della tua famiglia e sei parte della natura.

Fino a ora credevamo che Stato e collettività fossero qualcosa con cui noi non abbiamo niente a che fare. Noi italiani siamo bravi a organizzarci in associazioni sportive o gruppi di altra natura. Ma siamo anche bravi a considerare lo Stato, che è la più grande collettività, un nemico, Per questo non siamo così felici e contenti come gli scandinavi che vivono nel freddo e non hanno mai il sole. Ma hanno uno stato che è loro amico, una collettività cui potersi affidare.

Nel futuro parleremo solo di “contributi a favore della cassa comune” in modo che coloro che non le pagano si rendano conto di ciò che stanno facendo: Impediscono la costruzione di buone scuole per i nostri figli, il mantenimento di buone università, i fondi per la ricerca, la costruzione di buone strade, il miglior equipaggiamento possibile per gli ospedali, la cura dignitosamente umana degli anziani e dei deboli e tanto altro ancora. Chi non paga i suoi “contributi a favore della cassa comune“, chi truffa la collettività, dovrebbe avere ben chiaro nella propria coscienza che sta commettendo un crimine contro la collettività di cui egli stesso è parte. Sì, certo, in Italia siamo gravati da imposte pesanti. Specialmente chi ha stipendi bassi e chi fa impresa dovrebbe essere un po’ sollevato. In una società in cui regni la fiducia si potrebbe fare un accordo. Per due anni tutti pagano le proprie imposte al cento per cento e, se funziona, lo stato abbassa le tasse. Sì lo so, la proposta è ingenua, ma forse riusciremo a trovare una soluzione più realistica.

I cittadini statunitensi che vivono all’estero devono dichiarare le loro entrate alle autorità degli Stati Uniti da qualsiasi parte del mondo. Non importa dove vivono. Quindi gli americani non si possono rifugiare in una zona franca e non pagare più le tasse a casa propria. Forse anche noi dovremmo legare l’obbligo di imposta alla cittadinanza.

Il tedesco Heiner Geissler, un cristiano-democratico, dice: “Ci sono tanti soldi quanto fango, sono solo nelle mani sbagliate”. Dappertutto in Europa la forbice fra poveri e ricchi si apre sempre di più. Dobbiamo tassare più pesantemente gli stipendi alti e i grandi patrimoni.

In Italia si continua a chiedere l’introduzione di buoni del tesoro europei (eurobonds). Si tratta di uno strumento che può aumentare il debito pubblico. Tutti gli stati europei devono poi aderire a questi debiti. La gente del Nord Europa non vuole eurobonds. Non vogliono accollarsi i debiti italiani. La nostra società è piena di corruzione e strutture mafiose. L’evasione fiscale in Italia è estremamente alta. Perciò risulterebbe difficile spiegare alla gente del Nord Europa perché dovrebbero farsi carico dei nostri debiti.

Gli stati europei dovrebbero essere solidali e introdurre tasse comuni per le transazioni finanziarie. Si tratta di una tassa sugli affari che si realizzano nelle borse. Questa tassa ha senso solo se introdotta in tutta Europa. Ha un potenziale enorme. La possibilità di incasso si aggira fra i 100 e i 200 miliardi all’anno. E poiché questa tassa è possibile solo se introdotta in tutta Europa i proventi dovrebbero fluire nella cassa comune europea. E’ ingiusto se i bambini e i giovani europei non godono tutti delle stesse possibilità solo perché una parte di loro è già gravata da debiti pesanti fin dalla nascita.

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